Fotografare un piatto, il suo contenuto e l’entourage, è mostrare a chi ti sta osservando una parte, quella finale, di uno studio che nasce in chi fotografa, cresce nell’ambiente in cui si vive, muore nel sentimento.
Non è semplice essere osservatore partecipante di se stessi, nella ricerca personale di un argomento sociale.
In passato spesso ho parlato di cibo e del rapporto tra cibo e persone. Di quel legame che porta con sé vita sociale, solitudine, odio e amore.
Il cibo come centro, come contorno, come unione.
Oggi vorrei parlare dell’estetica, non di un’estetica superficiale, ma di quell’estetica che è la parte finale di cui parlavo prima, che racchiude in sé la storia, un percorso individuale e l’occhio del fotografo.
E’ l’estetica a distinguerci dagli altri, è ciò che ti porta nel passato, nel futuro, in mondi lontani o sconosciuti. La prima occhiata, quella che ti fa scegliere se qualcosa è adatta a te o è da passare avanti. Quella che ti fa decidere se fermarti e approfondire ciò che ti ha suscitato un sentimento, o che ti fa scorrere il dito.
Approfondire con la voglia di capirne di più di ciò che si osserva, di chi si osserva e di quel mondo che l’estetica ti ha portato a scoprire.
Tante volte mi ritrovo immersa in racconti di contadini, del calore della stufa di quella sensazione di presenza in quelle parole lette, ma scritte così bene da farti ritrovare all’interno della storia.
Tante volte, in passato, mi sono ritrovata a scrivere dell’odore del camino, dei suoni dei boschi, di quelle mani ruvide, ma così delicate da riuscire a fare lievitare una pagnotta di pane.
O anche a parlare di sogni esotici, di frutta e di benessere. Di quei paesi lontani che per tanto tempo mi hanno suscitato invidia. Del poi rendersi conto che intorno a me c’è tanto da dire, che tanto è stato perso, che il cibo è trasformazione, che le tradizioni vanno valorizzate, ma che non sempre camminano insieme a noi.
Oggi mi ritrovo qui, con dei pancake verdi, una bowl e una voglia di primavera nel piatto.
Fotografo e penso che raccontarla non è semplice, come non è semplice parlare di cibo raw, che tante volte non scrivo perché mi manca il ricordo.
Oggi vorrei parlare di estetica, perché è quella parte finale che spiega tutto.
Ingredienti per 10 pancake:
90g di fiocchi di avena
1cucchiaio di farina di cocco
120g di latte vegetale
1 manciata di spinacine
1 banana
1\2 cucchiaino di vaniglia
1\2 cucchiaino di spirulina
1cucchiaino di bicarbonato
Procedimento:
Frulla l’avena fino farla diventare farine e versala in un recipiente.
Frulla la banana con gli spinaci e il latte.
Aggiungi bicarbonato, vaniglia, spirulina e farina di cocco alla farina di avena e mescola il tutto.
Versa il frullato e continua a mescolare fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Scalda una padella antiaderente (o ungila con un po’ di olio) e versa un mestolo alla volta i pancake.
Rigirali appena avranno fatto le bolle e si saranno asciutti in superficie.
Servi i pancakes con frutta, sciroppo di cocco, yogurt di cocco e quello che preferisci.