Da piccola ho sempre selezionato i bambini con cui giocare o passare del tempo. Degli altri poco mi importava. Non credo per una questione di simpatia, ma sentivo proprio di non aver alcun interesse verso di loro. Sentivo di sforzarmi così tanto a fare la ragazza “sociale”, che tante volte ho preferito fare la parte della timida, anche se in realtà non lo sono. La mia migliore amica aveva una casa piena di giochi di logica, non aveva la tv e sapeva fare la ruota con una mano. Adoravo il suo modo di distinguersi e ai miei occhi appariva la bambina più in gamba del quartiere. L’ altra mia amica era africana ed era stata adottata insieme ai due fratelli. Era forse l’unica nera della scuola e ricordo le battutine e la rabbia che queste mi creavano. Suonava il violino e so che oggi è medico. La persona che adoravo in assoluto era una mia amica italiana, che già da piccola mi portava a ritrovarmi in situazioni dove saremmo state sicuramente rimproverate. Una ribelle. Credo di essere caduta dalla bici con lei almeno una ventina di volte.
Tutte loro erano persone sociali e io le ho sempre usate come scudo tra me e il resto del mio piccolo mondo. —-
Una delle cose che preferisco di quel che sono riuscita a creare con “sugarless” (oggi sweetartisanstories) è il poter raggruppare intorno a me solo persone affini, con le quali io non debba fingere di essere interessata.
Ho fatto questo pensiero migliaia di volte in questi ultimi giorni osservando mia figlia. Lei, così socievole, solare, colorata e amante della compagnia. Lei che non andrebbe mai via da una festa dove io non sarei mai andata. Lei che fa amicizia con tutti, sopratutto con donne adulte che hanno qualcosa da raccontare che sicuramente se non fosse stato per Umã, io non avrei mai ascoltato. Lei che abbraccia le persone con cui chiacchiera, da segni di comprensione e carezze sul viso. ( io invece odio il contatto con sconosciuti )
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Sapete quando dicono che la vita è una ruota e tutto si ripete. Finché non superi quella situazione, questa ti si ripresenterà?
Beh, credo che Umã sia il mio scudo.