E mentre tu leggi queste parole, io forse sarò già in viaggio.
Da bambina aspettavo con impazienza il mese di agosto per godermi le mie tre settimane di vacanza. Diversamente dalle mie cugine che vivevano in Italia, per noi le vacanze duravano poco.
Ho sempre invidiato metodo scolastico diverso da quel che vivevo io in Svizzera.
Aspettavo con impazienza il mese di agosto in realtà perché non vedevo l’ora di poter riabbracciare i miei nonni. Mille ore di viaggio su quell’autostrada infinita che oggi mi ritrovo a ripercorrere troppo spesso.
Ho sempre idealizzato quella realtà che io potevo vivere solo quei pochi giorni, finché un giorno mi annunciarono che ci saremmo trasferiti.
Tre mesi di vacanze!!!! Finalmente potevo anche io godermi quella realtà.
Ma cosa è successo poi?
È successo che avevo perso tutto. Che tre mesi di vacanza non sostituivano 1 anno di attività interessanti, di film, di musica, di pittura, di cucito, di teatro, nuoto e di subacquea. Tre mesi non avrebbero sostituito una libertà creativa che si realizzava ogni giorno.
Quando ho iniziato a lavorare e a iniziare a desiderare intensamente quelle due settimane di ferie, ho rivisto me in questa circolo che si ripete. A quel punto ho deciso che non avrei voluto ripetere lo stesso errore. Che avrei fatto in modo che la mia libertà creativa, libertà di sbagliare, libertà di esprimere non sarebbe stata bloccata dal concetto sociale del vivere quotidiano.
Eppure rieccomi in crisi. È giusto per lei vivere i momenti di crisi, gli spostamenti, le scelte azzardate? È giusto non accettare quella quotidianità per non ritrovarsi tutti in vacanza in quel villaggio tutto organizzato così che io possa riposarmi? È giusto accettare che forse la mia libertà limita quella di chi mi sta intorno?
Oggi sono in crisi perché ogni volta che cambio direzione mi ritrovo a dover condividere opinioni, decisioni e magari anche rifiuti.
Mentre leggi questo post io sarò già in viaggio, prima verso il bosco, poi verso il mare. Forse ritorneremo in montagna e qualcuno vorrebbe stare in città.
La verità è che forse anche per me è arrivato il momento di fermarmi.
Io però odio le spiagge d’estate.