Desserts, Ricetta

Questi sono giorni di intensa attività in cucina perché sto lavorando ad un progetto del quale non vi parlerò, ma vi dirò solo che riguarda… “il cioccolato” :D. Beh, forse l’avevate intuito.
Eccovi una supertorta al doppio cioccolato.
(la base l’ho presa da “la cucina etica”, con qualche modifica)
Ingredienti:
230gr di farina 0
2C di cacao
100gr di zucchero di canna
50gr di olio di semi di girasole
230gr di latte di soia
100gr di cioccolato fondente
12bustina di lievito
vaniglia
50gr di marmellata di ciliegia
Ingredienti per la panna:
100ml di latte di soia
3C di amido (o arrow root)
100ml di olio di semi di girasole
1/4 di succo di limone
100gr di cioccolato fondente
2C di sciroppo d’agave
Procedimento:
Unire tutti gli ingredienti secchi, quindi farina, cacao, zucchero, lievito e vaniglia. Versare i liquidi, quindi il latte, l’olio e la marmellata, nei secchi e mescolare. Sciogliere il cioccolato a bagnomaria e aggiungere all’impasto. Trasferire il tutto in una teglia a cerniera (15cm) unta con un pò di olio e infornate in forno preriscaldato a 160gradi per 30minuti.
Preparare la panna: Frullare il latte con l’olio aggiunto a filo. Scaldare l’amido in due dita d’acqua finche non si ottiene una crema abbastanza densa. Versare l’amido ancora caldo nel frullatore e frullare alla massima potenza finchè si ottiene la panna. Aggiungere il limone e continuare a frullare. Riporre in frigo.
Sciogliere il cioccolato a bagno maria e aggiungere la panna mescolando energeticamente con una frusta. Aggiungere l’agave e continuare a mescolare.
Prendere un sac à poche e decorare la torta.

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Finalmente mi libero un pò dal maledetto cioccolato, non maledetto nel senso che non l’amo più, “sia ben chiaro”, ma nel senso che “non ne posso proprio più”. Il mio corpo e la mia mente ormai lo rigettano, non posso neanche sentirne l’odore. Sarà la volta buona che mi disintossico?
Oggi giornata stra piena in cucina e menomale che domani riparto, almeno prendo una pausa dai fornelli, anche se con questo tempo che altro posso fare visto che sono sperduta su queste montagne del beneventano, dove solo il “canto” delle rane mi fa compagnia! Ma quante sono??? Rane fortunate che non vivono in Umbria, altrimenti finivano cotte alla brace per la sagra della granocchia!
Insomma, oggi, tra una polpetta, una piadina, un hummus, un babaganouch e un gelato dello stesso gusto del frappè, sono riuscita a ritagliarmi un attimo di tempo per me e per bermi questo favoloso “raw banana milkshakes with maple syrup”.
Ingredienti:
4 banane
300 ml di latte di mandorle
1C di burro di mandorle
1cc di cannella
2C di sciroppo d’acero
Procedimento:
Tagliare le banane a rondelle e surgelarle. Una volta congelate, riprenderle dal frigo e frullarle insieme a tutti gli altri ingredienti. Semplice no?
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Ingredienti:
1/2 zucchina (la mia pesa almeno 2kili)
300gr di riso semintegrale
1 cipolla fresca
5-6 pomodori secchi
corriandolo
100gr farina di ceci
200grammi di acqua
sale
olio
brodo vegetale
lievito alimentare (facoltativo)
sale
Procedimento:
Preparare un brodo vegetale che servirà a cuocere il riso.
Tagliare la cipolla a rondelle soffriggerla con un pò di olio. Aggiungere le zucchine tagliare a cubetti e il riso. A questo punto alzare un pò la fiamma e aggiungere due mestoli alla volta di brodo. Ripetere questa operazione finchè il riso non è cotto. Aggiungere del coriandolo, il sale e mescolare.
Preparare la pastella di ceci mescolando la farina di ceci con il lievito alimentare (circa due cucchiai) e aggiungendo l’acqua cercando di non lasciare grumi. Versare il tutto nel riso, aggiungere i pomodori secchi tagliati a pezzetti, due cucchiai di olio e mescolare.
Tagliare l’altra mezza zucchina a fette sottilissimi e ripassarle un pò in padella, prima da un lato e poi dall’altro. Rivestire una teglia di zucchine e versare il composto di riso all’interno. Infornare a 200 gradi per 20-25 minuti.
Una volta pronto, fatelo intiepidire un pò e poi rovesciarlo sul piatto da portata.

Desserts, Ricetta
“Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra.”
-Margherita Hack
Si è spenta ieri, Margherita Hack, animalista convinta e vegetariana sin da bambina. Riguardo alla carne, ha dichiarato: «Non la mangerei mai, perché mi sembra veramente atroce uccidere milioni e milioni e milioni di animali… è veramente un’ecatombe ogni giorno sulla terra».
Se ne va così una grande donne, «una delle figure più prestigiose e limpide del mondo scientifico italiano, da sempre in prima fila per i diritti delle donne e per la laicità dello Stato, sincera, democratica ed antifascista. »
Io la ricorderò sempre sorridente in sella alla sua bicicletta.
Ricetta_
Ingredienti per la base:
250 gr di biscotti al cioccolato
2C di olio di semi
2C di sciroppo d’agave
1-2C di acqua
1cc di vaniglia in polvere
Ingredienti per la mousse:
200gr di cioccolato fondente con 37% di grassi
180ml di panna di cocco
50ml di sciroppo d’agave
Ingredienti decorazione:
Frutti di bosco
Procedimento:
Sbriciolare i biscotti sino a ridurli in polvere. Aggiungere l’olio, l’agave e l’acqua e impastare fino ad ottenere un composto lavorabile con le mani. Schiacciare il composto sul fondo di una tortiera livellandolo il più possibile e riporlo in frigo.
Preparare la mousse sciogliendo il cioccolato a bagnomaria. Aggiungere la panna, agave e vaniglia e mescolare. Adagiare il pentolino in un recipiente con acqua e ghiaccio e facendo attenzione che l’acqua non entri all’interno, montare il cioccolato con le fruste. Quando il cioccolato avrà assunto una colorazione chiara significa che è montato. (ci vorrà un pochino).
Versare la mousse sopra ai biscotti e con una spatola livellarla. Aggiungere, infine, i frutti di bosco e riporre in frigo fino al momento di servire.
Buona merenda!
Desserts, Ricetta
There is a pleasure in the pathless woods,
There is a rapture on the lonely shore,
There is society, where none intrudes,
By the deep sea, and music in its roar:
I love not man the less, but Nature more.
-George Gordon Byron
Ecco, leggendo questa frase a molti di voi verrà in mente “Into the wild”.
Persa nelle spendide immagini del film mi è venuto un senso di angoscia, come se mi stessi perdendo qualcosa, come se mi stessi perdendo la vita. Non sono felice di quel che mi circonda, non sono felice di quel che sono, vorrei potermi svegliare e dire: sto bene, sono in pace con me stessa. Ma forse non è la tranquillità, la sicurezza economica quella a cui devo aspirare, ma il vivere ogni giorno qualcosa di nuovo, poiché forse”l’essenza dello spirito dell’uomo sta nelle nuove esperienze”? E’ vero che la società ci soffoca e ci soffoca a tal punto da decidere per noi come è giusto comportarci, come bisogna vivere e la strada da seguire. Siamo così abituati a queste regole che uscirne fuori, stravolgerle, non farci più parte ci spaventa. Ma la verità è che siamo talmente sotto controllo che neanche possiamo azzardarci a fare un passo del genere. Se penso alla società malata in cui viviamo penso ad una società che sfrutta, ammazza, ingabbia, schiavizza, odia, una società dove ognuno cerca di calpestrare l’altro per farsi strada, dove non importa se la tua gioia scaturisce dalla sofferenza di qualcuno, dove l’individuo, l’io è al primo posto. Siamo schiavi di questa società, siamo schiavi di noi stessi.
Viviamo, ci muoviamo, lavoriamo per sopravvivere, per crescere la famiglia, per contribuire a far funzionare il sistema. “Lavoriamo per comprarci la macchina per andare a lavoro” . Cosa sto cercando allora? Il posto fisso? Un modo per avere i soldi per andare al supermercato e con questi soldi potermi comprare la verdura e la frutta che forse stando a casa avrei potuto raccogliere nel mio terreno che è li a fare frutti mangiati dai passeri. Se ho bisogno di mangiare posso sempre dividere il pasto con loro. Ma cosa cerco in realtà? Un posto in questa società? Comprarmi dei vestiti, un telefono, il computer, avere una casa in affitto, una macchina e tutto questo dovrebbe attenuare questo senso di angoscia? Tutto questo ci controlla,ci smuove come pedine, ci fa sentire sicuri e protetti da quel che c’è fuori, dall’ignoto, da ciò che ci spaventa, non facendoci rendere conto che in realtà l’inquietudine è proprio dentro la nostra bella palla di vetro.
Bene, dopo questi amari pensieri mattutini addolciamoci con un bel gelato alle nocciole.
Ingredienti
300 ml di latte di riso
3C di malto di riso
3C burro di nocciole (crema 100% nocciole)
1C di olio di nocciole (l’olio formatosi nella crema)
1cc di farina di semi di carruba
Ingredienti per il topping:
1C di malto di riso
1cc di polvere di carruba
Procedimento per il gelato:
Sciogliere il cucchiaino di farina di semi di carrube in un pò di latte di riso. Scaldare sul fuoco aggiungendo a filo il resto del latte, mescolando continuamente. Portare a bollore e aggiungere il malto. Spegnere e lasciare raffreddare. Aggiungere l’olio e il burro di nocciole. Versare il gelato in un contenitore adatto e riporre in freezer. Dopo un paio d’ore il gelato è pronto.
Concludo con un’altra frase di Christopher Johnson McCandless, che non centra molto con tutto il mio sproloquio, ma che é cosi semplice, ma allo stesso tempo cosi significativa che vale la pena rifletterci e che, come dice una mia amica, è la forza che ci spinge a voler condividere tutto anche solo virtualmente..
“happiness is real when shared”
Buon fine settimana.
Ps: Si, mi è piaciuto il film. 🙂