Dalla finestra di camera mia vedo apparire sul balcone del palazzo difronte quel anziano signore in tuta, sempre la stessa tuta, che ho immaginato ne avesse almeno 5 per poter poter essere sempre in ordine e comodo, che per ore osserva… osserva non so cosa in realtà. Lo guardo e vedo che il suo viso preme sulla vetrata e forse non sta guardando realmente qualcosa. Forse è li che si prende una pausa tra un pasto, un divano, un programma televisivo o chissà cos’altro.
Guardo lui in quella prospettiva più ampia e vedo le numerose finestre e le vite di tutte quelle persone che hanno vissuto e vivono in quel grosso palazzo. Osservo quei momenti di stop di un uomo in una giungla popolata da caos, da smog, da irrefrenezza. Da rabbia, compassione e pazzia . Da Africani, indiani e sud americani. Da indù, cattolici e mussulmani. Da barboni, borghesi e zingari.
Rimango ancora alla finestra e penso alla vita che è li fuori. Penso alle scene di portafogli rubati alla metro, al bambino filippino che abbraccia la sua mamma in tram, a coloro che con un violino cercano di racimolare qualche spicciolo. A coloro che rovistano nella spazzatura, a tutti coloro che dormono per strada e agli artisti giovani che davanti ad un semaforo cercano di guadagnarsi da vivere.
Ai turisti, ai migliaia di turisti che affollano ogni giorno questa città.
Penso alle luci di trastevere, alle camminate lungo il Tevere e al fatto che qui in bici è difficile vivere. Ai mercati pieni di frutta non sempre invitante, ai succhi di melograno e arancia a 4 euro e al forno che fa la focaccia più buona della città.
Ai Numerosi parchi, all’uccellino che l’altro giorno voleva per forza rubarci il cibo e non aveva paura di nulla. A questa metropoli multiculturale piena di gente così diversa e così simile tra di loro. Alle università, agli studenti e i centri sociali. Ai mezzi di trasporto, al traffico ai clacson.
Ai pochi Romani incontrati tutti insieme in una volta sola alle poste dove ho imparato che la pazienza non è la virtù di questo popolo. Alla luna piena che stasera mi illuminava la via facendosi spazio tra alberi altissimi, palazzi vecchi, cemento e storia.
Osservo e guardo l’uomo anziano della finestra difronte che ancora fissa un punto che nemmeno lui sa perché e forse, stanco di questa realtà, rientra in casa, nella pace del suo salotto, mentre fuori tutto si spegne e i miei pensieri con lui.
Buonanotte!
- 180 gr di farina 2
- 200 ml di latte di riso
- 50gr di gocce di cioccolato
- 130 g di zucchero di canna
- 50 ml di olio di semi di girasole
- 1 cucchiaio di lievito
- 20gr di succo di arancia
- buccia di arancia (meglio se essiccata)
- Cannella
- Innanzitutto unisco tutti gli ingredienti secchi, quindi farina, zucchero e lievito. Poi mescolo gli ingredienti liquidi, quindi latte e olio e li unisco insieme ai
- secchi mescolando con una frusta cercando di non fare grumi.
- A questo punto verso il succo di arancia e continuo a mescolare.
- Aggiungo il cioccolato, le bucce e la cannella. Verso l’impasto nei pirottini e Li riempio circa per 3/4, perché altrimenti rischierebbero di gonfiarsi troppo e uscire fuori dal bordo. Faccio cuocere in forno preriscaldato a 180° per 20 minuti