L’ULTIMO SCATTO

L’ULTIMO SCATTO

“Possiamo vendere il nostro tempo, ma non possiamo ricomprarlo.” questa di Pessoa è una frase che mi ha sempre fatto riflettere. Non so se ho mai fatto le scelte giuste nella vita e so di certo che tante volte ho pensato di sbagliare. Tante volte mi sono ritrovata ferma in un limbo dal quale non riuscivo a uscire per la paura di prendere una decisione. Lungo la mia strada spesso ho trovato bivi e devo dire che alla fine ho sempre optato per quella meno battuta. Quella che non mi portasse lontano da quella vita lenta che ho tanto ricercato, strada che purtroppo non ti da certezze e che ti mette difronte difficoltà che troppe volte ti fanno pentire di non aver scelto la strada corretta, cioè quella in cui il tuo tempo vale denaro.
So però che nelle difficoltà l’uomo si ingegna. Ed è proprio in quel momento che viene fuori la sua anima, la sua creatività e il suo essere.
Lungo questa strada piena di incertezza, io mi sono ricreata tante volte e ogni volta è stata una benedizione, ogni volta è stato un riemergere pieno di aspettative. Ogni volta quella strada si faceva sempre più chiara e ho capito che forse forse non ho fatto una cavolata.
Condivido con voi l’ultimo scarto di questo progetto, che in realtà più che scarto è uno scatto da lasciare qui per ricordarmi dei passi fatti.
E voi, avete mai pensato di aver sbagliato strada?

PICCOLE CERTEZZE

PICCOLE CERTEZZE

Adoro questo scatto.
E non solo per l’immagine in sè, ma per dove mi riporta con la mente.
Oggi lo ripropongo per l’ennesima volta per ricordarmi che ci sono sempre quelle fasi di transizione, dove si rinnega tutto ciò che è stato, cercando di aggrapparsi a qualcosa di nuovo che intrappola tutto il nostro entusiasmo.
Intrappola? Si perché in quella fase viviamo in una bolla ed è solo là che si trova la nostra felicità. La mia bolla in quel momento era decorata di fiori, odorava di serra e al suo interno vi era un mondo nuovo, fatto di mani sporche di terra.
Il problema è che la bolla, prima o poi, esplode.
E tu ricadi nella realtà, in quella che hai rinnegato, ma nella quale tu hai dedicato tanto tempo.
Io ho imparato una lezione importante: quella trappola, in verità, porta nuovi colori e nuovi odori, nuovi bagagli di sapere che possono allestire e abbellire quel che per te era diventato scontato.
E ora come ti sembra?

AMICIZIE E MUFFINS

AMICIZIE E MUFFINS

Non ho potuto fare a meno di ascolta la conservazione della donna seduta dietro di me. Con una birra in mano e lo sguardo fiero, ripeteva continuamente parole di odio verso donne di sua conoscenza. Elencava difetti e mancanze, mostrava foto e affermava la sua ragione sul perché le donne tra di loro sono invidiose, e il tutto raccontato a quest interlocutore maschio che con un sorrisetto le dava ragione.
In questi giorni, in cui presa da quella voglia di cambiare tutto, rifare daccapo, sistemare e, in foto anche una ricetta che ho scartato stamattina(non chiedermelo), tante sono state le mani e l ‘affetto di donne che, ognuna a suo modo, mi hanno voluto aiutare. Mi sono ritrovata circondata di affetto. Al telefono a parlare di una quotidianità simili. A raccontarci di dubbi, di vita e di sentimenti. Ho riso, ho pianto, ho cambiato idea. Ho cambiato idea davanti al pregiudizio, alla negatività e al vedere quel marcio di cui tanto ci piace parlare.
In questi giorni ho capito una cosa importante: le donne sono fondamentali. Sono madri, sono amiche, sono conforto. Sanno di cosa hai bisogno perché anche loro ne hanno.
Non voglio qui fare un elogio alle donne perché anche io ne ho tre quattro che infamerei davanti ad una birra, ma mi chiedo: quando è successo che la nostra società ci ha messo rivali e non compagne? Quando ha fatto sì che ci si giudicasse in base al corpo, i capelli, la famiglia, le idee invece di renderci complici?
Ed è questa la complicità che ho ritrovata oggi, in questi giorni di corsa e ansia. Per chi mi ha dato un sorriso, per chi mi ha detto di fermarmi, per chi ride quando modifico tutte le ricette e ne scarto altre.
Oggi voglio lasciarvi questa ricetta per ringraziarvi.

Ingredienti:
100g di farina di avena
120g farina semintegrale
200 ml di latte di riso
50g di mirtilli
100 g zucchero di datteri
50 ml di olio di semi di girasole
8g di lievito
2 cucchiai di succo di limone
Cannella

Procedimento:
Innanzitutto unisci tutti gli ingredienti secchi, quindi le farina, lo zucchero, lievito e la cannella. Mescola da parte gli ingredienti liquidi, quindi il latte e l’ olio.

Aggiungi i mirtilli agli ingredienti secchi e mescola.
A questo punto unisci tutto insieme e versa il succo di limone e continua a mescolare.
Versa l’impasto nei pirottini e riempili circa per ¾.
Ricoprili con qualche fiocco di avena, mirtilli e una spolverata di zucchero.
Fai cuocere in forno preriscaldato a 180° per 20 minuti.

ERBE AROMATICHE

ERBE AROMATICHE

Mi è capitato di vedere un video che parlava del legame della mente col cibo. Il medico intervistato spiegava come la mente influisca sul peso. Come i pensieri siano la chiave motrice del cambiamento e del perché si ingrassa e si dimagrisce oltre il puro calcolo calorico.
Una donna chiedeva al medico: <<Perché io nonostante abbia una famiglia unita, un marito che mi ama, dei figli meravigliosi, un lavoro soddisfacente che mi permette di essere autonoma, tante volte mi sento triste. Di una tristezza inaudita, da trovare come unico conforto l’ aprire lo sportello del frigorifero e mangiare tutto quello che trovo all’ interno, abbuffandomi e ritrovandomi più triste di prima?>>
La risposta è stata incredibile. Il medico sosteneva che la mente tante volte non si ritrova in quella realtà. Che c’è tanto troppo altro, che noi siamo tanto altro. Che la quotidianità, seppur perfetta, non porta alla felicità estrema. Che la ricerca in realtà non è arrivare a quella felicità tramite la quiete, ma che l ‘uomo ha bisogno del caos.
Il caos è una benedizione perché rimescola tutte le carte e porta dietro di sè meccanismi fatti di sensazioni diverse, tutte fondamentali per la nostra sopravvivenza: gioia, paura, ansia, entusiasmo.
Il caos è quella cosa che ti fa ripartire e creare nuovi progetti, ed è quello il momento in cui ti sentì vivo, pieno di speranza, di aspettative, di programmi.
Non sarò io a chiarire questo punto, ma sono certa che il caos per me è stato sempre il motore di tutto.
Poche volte mi sono fermate e le ricordo tutte con una sensazione di comodità mista angoscia, quella sensazione che non ti fa uscire da una realtà nella quale, seppure aggrappandoti ad essa, in essa stai affondando. La stessa sensazione che ti fa aprire troppe volte lo sportello del frigo.
Oggi sono andata a raccogliere le erbe aromatiche nell’orto, guardavo la mia amata montagna e pensavo che se non avessi nuove aspettative, se non sapessi che a breve il caos sarà ancora parte della mia vita, forse sentirei di nuovo di soffocare, lentamente come diceva qualcuno.

GALETTE ALLE PRUGNE

GALETTE ALLE PRUGNE

Le mie ricette preferite sono quelle che quando sei lì, che ti viene voglia di qualcosa di dolce e in casa non hai nulla ( anche per scelta perché sei a dieta), pensi: farina ce l’ ho? Sì! Olio di oliva? Sisi E l ‘acqua ce l’ho? Ovvio! Bene facciamo un dolce!
Oggi, pedalando per le campagne qui intorno, mi sono fermata sotto un albero di prugne selvatiche e ne ho raccolto un cestino pensando di mangiarle così. Poi solita tappa obbligatoria all’albero di nocciole, che se non mi ci fermo mia figlia si arrabbia… e ho fatto due più due. Voi non avreste fatto lo stesso?
Ecco la ricetta per i nuovi arrivati. Una galette semplice semplice con tre ingredienti!

Ingredienti per la base:
200 gr di farina bianca (farro o grano)
80 gr di olio di oliva
50 gr di acqua fredda.
Ingredienti per il ripieno:
Prugne selvatiche
2 cucchiai sciroppo d’acero + uno per spennellare la superficie
Cannella in polvere
1 manciata di nocciole

•Procedimento:
In un recipiente versa la farina.
A parte unirsci l’olio e l acqua.
Versa i liquidi nella farina e lavora l’impasto. ( non lavoratelo troppo)
Metti da parte la pasta. (io la metto in frigo)
Prepara il ripieno tagliando le prugne a metà e denocciolandole. Condisci con lo sciroppo di acero, la cannella e nocciole.
Stendi il la pasta sulla da forno e versa al centro il ripieno. Ripiega la pasta sui bordi e spennella la superficie di sciroppo d’acero.
Cuoci a 200gradi per 25-30 minuti.

AUTOPRODUZIONE

AUTOPRODUZIONE

Una delle cose che più amo dell’ autoproduzione è fare il cioccolato in casa.
Basta capire come formare una base che si può arrivare a farlo con qualsiasi aroma, il dolcificante che si preferisce, farlo fondente, al latte o alle nocciole.
In foto vi è la versione con burro di mandorle amare, insaporito con buccia di arancia, mandorle e petali di rose essiccate.
Volete scoprire come si fa?
Allora non perdetevi il cioccolato al latte crudista caricato su igtv.
E voi che rapporto avete con l’auto produzione?
C è qualcosa che avete scoperto che si può fare in casa e non potete più farne a meno?